Sapete qual è il mestiere più antico di Firenze? Forse non si tratterà del più antico in assoluto, ma di sicuro va di pari passo con la produzione del vino, dei capolavori artistici in oro e…forse un altro ancora che in questo contesto è meglio non menzionare! Sto parlando della lavorazione artigianale della pelle: la capacità, ovvero, di prendere del pellame animale già conciato e di trasformarlo in oggetti di alta moda ed uso quotidiano.
L’intera città infatti, così come buona parte della Toscana, è il cuore pulsante della produzione pellettiera italiana, soprattutto di quella di alta qualità e di lusso.
Ancora oggi in quest’area convivono i più importanti brand internazionali del settore e le piccole botteghe artigiane a conduzione familiare.
I giovani stanno riscoprendo un antico mestiere all’interno dei laboratori della pelletteria Toscana, ma continuano a mancare addetti specializzati nel settore della conceria.
Il distretto del lusso dell’area toscana, che rappresenta l’eccellenza mondiale della filiera cuoio-pelle-calzature, conta oltre 2mila imprese e 15mila addetti, ed è in crescita del 22,5%. Questo è uno scenario unico non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, in cui la crisi generale si riversa su ogni settore e condiziona stili di vita, scelte e prospettive.
Il boom è giustificato dall’’aumento della domanda dei paesi del BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), che acquistano i prodotti o che chiedono alle aziende specializzate di realizzare i prodotti dei loro marchi.
All’interno del distretto si producono accessori in pelle (borse, cinture, portafogli, scarpe) delle più note griffe di moda.
Sempre all’interno dello stesso distretto si trova anche il Polo del cuoio e della pelle di S. Arno, al quale si rivolgono buyers provenienti da tutto il mondo, che copre circa il 90% del cuoio da suola di tutta Europa.
Nell’ultima rilevazione del Centro Studi Intesa Sanpaolo, che ha analizzato e certificato il “boom” del distretto del lusso, questo è stato definito “miglior performance italiana”.
Andrea Calistri, Presidente del Consorzio Centopercento Italiano (che comprende un gruppo di 70 produttori italiani del settore moda e pelletteria e beni di lusso) nonché Presidente della Scuola Alta di Pelletteria Italiana (una joint pubblico-privato), sostiene che con il tasso di crescita del 20-30% registrato nell’industria della pelletteria, a breve ci sarà un’ulteriore richiesta di lavoro per 2-3mila persone.
Nonostante la grande richiesta di manodopera e la disoccupazione dilagante, continuano mancare le giovani leve e spesso le scuole pubbliche non sono in grado di preparare in modo adeguato i ragazzi come vorrebbero le imprese.
Chi si specializza nel settore trova subito impiego e spesso a tempo indeterminato.
Le posizioni più richieste sono: modellista, prototipista e tagliatore di pelli pregiate. Mentre il modellista e il prototipista realizzano il primo esemplare di borsa creata dallo stilista, il tagliatore esperto – che lavora con pellami pregiati – deve saper essere preciso per evitare errori e non sprecare i materiali.
Lavorare nel settore della pelletteria rappresenta per i giovani un’opportunità in un ambito in cui manca la seconda generazione di esperti e che presenta reali opportunità di carriera. Un tecnico esperto può, infatti, arrivare a guadagnare anche 2.500 euro al mese con possibilità di crescita.